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MONTECALVO TERRA DI SANTI

Montecalvo Irpino, ha l'onore di annoverare tra i suoi figli, due membri eletti della Chiesa Cattolica; San Pompilio Maria Pirrotti delle Scuole Pie e il Beato Felice Polles da Corsano.
San Pompilio Maria Pirrotti, nato a Montecalvo il 29 settembre 1710 e morto a Campi Salentina il 15 luglio 1766, viene beatificato nel 1890 e Canonizzato il 19 marzo 1934. Il Beato Felice Pomes, nato a Corsano (ora contrada del Comune di Montecalvo irpino) intorno alla prima metà del XV secolo e morto il 20 settembre 1526, è stato "declarato", quattro giorni dopo la morte secondo le usanze del tempo, subito Beato.
In attesa di poter ottenere anche per il Beato Felice il decreto di Canonizzazione, la Parrocchia sta lavorando alla raccolta dei tanti documenti inediti, che grazie alla pazienza e al lavoro certosino di Giovanni Bosco Maria Cavalletti, storico locale e consulente storico della Parrocchia, si spera di poter quanto prima licenziare alle stampe in una pubblicazione che documenti lo stato attuale della ricerca storica sull'illustre concittadino.

Nell'attesa della pubblicazione dell'Opera Omnia sul Beato Felice pubblichiamo degli appunti tratti da Giovanni Bosco Maria Cavalletti, Il Beato Felice da Corsano e la sua Riforma Ilicetana: un contributo alla Riforma Cattolica nel Meridione d’Italia, tesi di laurea in Magistero Accademico in Scienze Religiose, Istituto di Scienze Religiose Redemptor Hominis , Benevento, Anno Accademico 1987 - 1988.

Il Beato Felice da Corsano
Il beato Felice da Corsano ebbe i natali, sullo scorcio della prima metà del XV secolo, nel feudo di Corsano, all’epoca università autonoma nella diocesi di Ariano, oggi comune di Montecalvo Irpino e diocesi di Benevento. Dotto in lettere e teologia era stato allievo degli Agostiniani di San Giovanni a Carbonara in Napoli. Le cronache dell’Ordine Agostiniano lo tramandano con il titolo di baccelliere. Fu archivista e storico dell’ordine Agostiniano. Nel 1470 con alcuni suoi confratelli, tra cui   il meglio della cultura teologica del monastero napoletano di San Giovanni a Carbonara,  si fermò sulle pendici boscose di Valle in Vincoli, territorio dell’odierna cittadina di Deliceto, in provincia di Foggia. 
Qui, colpito dall’amenità dei luoghi, ricchi di un’estensione boscosa di circa centoundici ettari e  stando egli con il pensiero di fondare una Riforma, dove si vivesse con maggiore osservanza secondo il primiero spirito dell’Ordine fondò  un primo convento dedicandolo a Maria Santissima della Consolazione. Accanto al convento furono costruiti un piccolo chiostro, tre stanze ed una chiesetta dalla pianta rettangolare. Sull'altare maggiore di questa fu collocato, nel 1470, una tavola ad olio, commissionata dallo stesso beato Felice, raffigurante la Vergine che allatta il Bambino.
Ultimato il convento il padre Felice cominciò a meditare una riforma dell'Ordine Eremitano di Sant'Agostino, a suo parere necessaria ed urgente. Sulla scorta di una soda preparazione teologica, di una fede profonda e sicura, nonché di un spiritualità ricca di sani elementi popolari, a distanza di ventidue anni dalla fondazione del convento e della chiesa di Maria Santissima della Consolazione, padre Felice da Corsano inaugurò la sua Riforma che chiamò Ilicetana dal nome della cittadina di Deliceto, anticamente Ilicetum, nel cui territorio sorgevano la chiesa ed il convento.
La nuova congregazione fu posta sotto la protezione della Madonna della Consolazione. Il rinnovamento proposto dal beato Felice, che  si inserisce nel vasto movimento riformatore pretridentino che in tutta Europa precedette, accompagnò e seguì la rivoluzione luterana, interessò, in breve tempo, almeno tre regioni e sette diocesi dell’Italia Meridionale: Puglia, Campania e Molise; Ariano, Ascoli di Puglia, Avellino, Benevento, Bovino, Boiano e Troia. Il suo nome è inserito, con il titolo di beato, in tutti gli antichi annali dell’ordine agostiniano.  Nel 1775, dopo aver preso atto che già il padre Felice da Corsano, fin dalla sua morte, avvenuta poco dopo il 1529, era venerato come santo, il vescovo di Bovino chiuse formalmente il processo di beatificazione. La chiesa locale, che ancora nella prima metà del XVI secolo era abilitata, nel senso che la Santa Sede tollerava una santità di beati circoscritta  a certe zone geografiche, consentì il culto al Beato Felice.
La regolamentazione della materia, volta a precisare le posizioni dogmatiche e disciplinari della Chiesa in fatto di canonizzazione, dai decreti della XXV sessione del Concilio di Trento, ai decreti di Urbano VIII (1625-1634), fino alla costituzione definitiva da parte del cardinale Lambertini nel 1734, sottraendo alle iniziative locali il potere di santificazione e proibendo il culto pubblico a personaggi non canonizzati, dovette contribuire notevolmente all’affievolimento, o quantomeno alla limitazione geografica del culto al beato Felice, culto sancito, comunque, come sopra si ricordava, con regolare processo conclusosi presso la diocesi di Bovino nel 1775. Presso la casa madre riformata di Deliceto, all’interno della grotta resa famosa dalla preghiera e dalle   mortificazioni carnali del beato Felice fu elevato un altare in suo onore con l’intronizzazione di una statua in pietra, precedentemente elevatagli, che lo raffigurava vestito con abito agostiniano, sandali ai piedi, corone di rosario nelle mani, bisaccia da mendicante sulle spalle.  Morì il 20 settembre 1526.  
La sua fama,  ragguardevole, perdurò fino a tutto il XVIII Secolo e dura, ancora oggi, nei territori della ex diocesi di Bovino. Gli annali dell’ordine agostiniano ed una discreta sua bibliografia lo tramandano con il titolo di santo o beato. Fra i suoi illustri devoti vi furono Sant’Alfonso Maria de’ Liguori e San Gerardo Maiella. 
Il primo, in virtù della bolla dell’1 marzo 1745, a firma di mons. Antonio Lucci, vescovo di Bovino (oggi beato),  in qualità di fondatore e primo Rettore Maggiore della Congregazione del Santissimo Redentore ereditò il complesso monastico di Deliceto prendendone il possesso il 28 marzo successivo. Il secondo trascorse la sua vita nel convento della Consolazione in Deliceto dal primo maggio 1749 al giugno del 1754 cioè fno ad un anno e mezzo circa dalla morte, che lo colse a Caposele (AV) il 16 ottobre 1755.
E’ proprio Sant’Alfonso Maria de’ Liguori che ci tramanda, in un suo manoscritto, il ricordo della grotta dove il beato Felice trascorse, in meditazione, preghiera e penitenza, lunghi periodi della sua vita: … Il beato Felice per attendere maggiormente alla vita contemplativa fecesi cavare una grotta con tre camerini separati, sotto lo stesso monte del convento (della Consolazione in Deliceto), la quale oggidì  (tra il 1745 e il 1750) chiamasi la "Grotta del beato Felice". Trovasi scritto dal canonico Casati (storico di Deliceto) che in quella si ritirava a vivere per mesi intieri il Beato, e che vi era una antica e comune tradizione che per un buco della detta grotta , il quale oggidì ancora si vede, fosse venuto più volte l’Angelo del Signore a visitare il romito, ed anche un corvo che giornalmente gli avesse portato una pagnotta di pane. Ma che che sia di ciò, è certo che la detta Grotta sin’oggidì è tenuta in venerazione, ed è visitata da’ divoti, allorché vengono le Genti in gran numero da’ diversi Paesi a visitare la Santissima Vergine specialmente nel giorno della Sua festa agli otto di Settembre…

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Chiesa di Sant’Agostino
Cappella della Consolazione
Ariano Irpino (AV)
Il Beato Felice da Corsano - particolare

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Chiesa di San Nicola
in Contrada Corsano
Montecalvo Irpino (AV)
Il Beato Felice da Corsano

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Santuario della Consolazione in Deliceto
Pellegrini alla Grotta del Beato Felice
da Corsano

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